martedì 4 novembre 2008

RISTORANTE BIKELAND... PROSSIMA APERTURA


Ho fatto un errore di sbaglio, e quando mi sbaglio sul confondermi io lo ammetto! La cena di domenica miei fedelissimi lettori è stata un successone. Il motivo di tanto imperdonabile ritardo nel riferirvi un resoconto? Semplice: mi sono appena rimessa. Non tanto per l'impegno profuso nell'aiutare Alessio, Mauro e Francesca nell'intrattenervi, piuttosto il problema è sorto quando voi tutti avete lasciato il locale col panzone pieno e noi, praticamente a stomaco vuoto facevamo un brindisi all'ottimo lavoro ad ogni colpo di scopa. Questo rito autocelebrativo è stato veramente devastante. Solitamente mi ritrovo con amici molto pidocchiosi a feste dove il vino assomiglia più all'aceto che mia nonna rabbocca ormai da 30 anni. Mauro per nostra sfortuna di seconda professione fa il somelier. Dovete sapere che in quel di Morra, ridente frazione non troppo distante da noi, popolata di esseri mezzi uomini e mezzo dialetto incomprensibile, usano codesta raffinatissima e poetica frase quando si rivolgono al cameriere "Sommeliè porta da bè!". A Mauro non dovevamo chiedere nulla, pareva avesse una cartuccera di bicchieri pronti! Duccio deve sapere che il suo limoncello era tristo, ma talmente tristo che lo abbiamo dovuto far fuori... ma svuotarlo sul lavandino non ci pareva il caso. Il fegato ringrazia. Lo Zedda Piras al rosmarino lo lascio ai palati sopraffini: al primo sorso mi è parso di bermi una patata al forno. Non ci crederete, però la sala in un modo o nell'altro l'abbiamo rimessa a nuovo. E ringraziamo la Milva che ha rimediato al disastro di Alessio che in un impeto di frenesia culinaria ha sferrato un manatone a quel vino che ha presentato i conti per tutta la notte. Perchè fin sotto casa ancora le cose sembravano andar bene. Poi, gettate le vesti un pò ovunque e infilatami nel letto ho iniziato ad avere l'impressione di trovarmi su un calcinculo. Funghi, arista, vino, bruschetta, limoncello, dolce, frutta, caffè e pure il pranzo della settimana prima, urlavano dal profondo degli inferi a domandar vendetta. Brutta nottata. Ancor più brutta se pensate che la mattina seguente avrei dovuto presenziare al mio primo giorno di lavoro ufficiale con contratto legale e stipendio fisso: servizio civile. Con tre ore dormite alla buona, una gara sulle gambe e molto altro in circolo nel corpo, avevo le occhiaie che con due capezzoli potevano sembrare le tette della Anderson. Ma con un pò di caffè e tanto trucco ho preso il via. Sulla salita che porta a ponte Rio ho iniziato ad avere le allucinazioni: mi sembrava che nonostante avessi freno a mano tirato e il piede che schiacciava il pedale di mezzo, la macchina andasse comunque indietro. Però le auto dietro non mi suonavano, quindi tutto ok. E ovviamente in quel momento è scaturita la classica promessa: mai più esagerare col vino di mauro. Promesse da marinaio. In giornata poi mi arrivano i messaggi di Mauro che narrano di situazioni post-party molto simili alla mia. Anzi, lui ancora oggi confessa di essere convalescente.
Tutto questo però è venuto dopo una cena favolosa, ideata e diretta da due chef che a confronto Gualtiero Marchesi gli fa una pippa. E anche grazie a Sauro, che si vede di rado, ma quando si vede lascia il segno. Quando viene alle gare vince, quando viene alle cene porta dei porcini che pare abbiano preso steroidi anabolizzanti! In cucina si sono mossi con estrema disinvoltura i due chef appena citati. Io e Francesca abbiamo lasciato a questo popò di uomini la direzione dei giochi, noi come i gerarchi nazisti eseguivamo solo gli ordini. Per fortuna che ad aiutare c'erano Matteo ed Edoardo. Matteo è stato favoloso: ha messo un gambino ad un tavolo di plastica con una destrezza incredibile. Edoardo invece ha detto che la mattina era andato in bici. Poi ha...ribadito d'esser andato in bici. Insomma, per lui i gambini da montare erano finiti. Così hanno deciso di andare a far l'aperitivo altrove. Unica gaffe della serata bisogna imputarla al factotum mauro: bravo con le parole, meno coi numeri. Piccola defaiance con le porzioni di pasta. Ha rimediato la compagna del Postino, che insieme alla Milva, ci dà quel tocco di sicurezza in più, quello che serve per non mandare a puttane una serata bella come questa. E poi vedere tutti i posti prenotati riempiti dà una certa soddisfazione. A maggior ragione se vedi al tuo tavolo sedersi pure i nemici se così vogliamo intenderli. Michele Andreani, con moglie e figlia (che per tutta la sera mi ha preso in giro per i capelli dritti), ha mangiato i funghi avvelenati che abbiamo cucinato apposta per lui. E speriamo abbiano gradito, perchè a noi fa sempre piacere quando si uniscono al team, dato che il nostro motto è sempre lo stesso "Più semo, più parremo!".

4 commenti:

Permaz ha detto...

Complimentoni vivissimi a tutto lo staff! Per essere uno a cui non piacciono i funghi posso dire di non aver saltato nemmeno una portata!!! Spero che presto se ne riorganizzerà un'altra, magari aiuterò un po' più di questa volta, dato che sono rimasto a letto fino alle 19,45... Non si chi abbia portato quel dolce col riso, ma non ne avevo mai sentito uno talmente buono. Chi è che l'ha preparato? Si dichiari! Ci mandi la ricetta!

Azazhel1984 ha detto...

anche le crostate di mauro erano favolose. e pure il dolce quello alto e soffice con dentro le noci. ricette, mandate!

Anonimo ha detto...

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